Je suis Sabrina

Ho finalmente finito di guardare la seconda stagione di “The Chilling Adventures of Sabrina”, ergo riflessione sul finale e sui personaggi.

Due precisazioni sono necessarie.

Il mio parere non è assolutamente tecnico: sono solo una ragazza a cui piace scrivere, dotata di connessione a internet.

Prima di andare oltre: dalla prossima riga troverete SPOILER.

Quindi, se non volete rovinarvi il finale, fermatevi qui.

Per chi avesse terminato la serie, prego.

Partiamo subito con il finale. Prima di guardare la serie, una persona mi aveva fatto notare, senza dire nulla, che il finale fosse in aperta contraddizione con lo sviluppo del personaggio di Sabrina. Sembrava tornare indietro rispetto al percorso svolto durante tutte le avventure.

Non ci ho fatto caso più di tanto, fino a quando non ho visto l’ultimo episodio. E lì ho pensato subito una cosa.

Sabrina cara, fammi capire. Hai creato un tuo doppio con una mandragola, rischiato innumerevoli volte di far morire nei modi più creativi te e i tuoi cari, rispedito Satana all’Inferno e adesso vuoi mandare tutto a zappe per recuperare il tuo ragazzo?

Per carità, ognuno ha le sue priorità, però insomma, avevamo quasi creduto che fossi maturata Spellman.

Confesso, questo è stato il mio primo pensiero. Dopo averne discusso con Morgana, ho cambiato idea.

Mi ha detto una cosa non secondaria: “Io mi sento un po’ Sabrina”. E non perché la mia amica combatta demoni dalla mattina alla sera, ma perché effettivamente, siamo tutti un po’ Sabrina.

Se c’è un percorso logico da seguire, siamo portati a fare tutt’altro. Se il percorso è dritto, preferiamo la strada tortuosa.

Se sappiamo che qualcosa non possiamo ottenerla, tentiamo in ogni caso il tutto per tutto.

Sabrina in realtà sa benissimo che è pericoloso andare all’Inferno a prendere Nick. Primo perché non è una passeggiata sul lungomare. Secondo, ricordiamo che al suo interno c’è Satana in persona.

Nonostante ciò, vuole farlo. Perché è testarda e perché è innamorata, con l’amore di pancia dei 16 anni. E anche perché, diciamocela tutta, Netflix ha visto che la serie funziona e ha voluto un pretesto per realizzare la terza stagione.

L’atteggiamento di Sabrina però ce lo abbiamo anche noi nella vita di tutti i giorni, senza demoni e compagnia cantante.

Siamo dei complicatori di affari semplici professionisti. E quindi siamo tutti Sabrina, con i nostri personali demoni.

Per quanto riguarda la storia, non male. Questa volta lo stile era in apparenza molto più autoconclusivo. Era chiaramente una stagione contenitore, tuttavia molto di compagnia. Non attesa come il Trono di Spade, ma comunque piacevole.

Passando ai personaggi, abbiamo Theo in pole position. Come viene affrontata la sua storia è molto toccante e non banale. Anche se non si è mai affrontata una situazione simile, è molto facile empatizzare con il personaggio e porsi domande in merito.

Harvey è inutile che ti salvi in corner dicendo che ora ami Roz se poi rosichi quando Sabrina porta al ballo Nick. Ma va bene, anche questo era un espediente per tenere in vita il triangolo scemo. Continua ad avere una sensibilità magica che non viene mai spiegata. Confidiamo nel futuro.

Roz continua a essere simpatica, anche se in certi momenti una capocciata non le avrebbe fatto male. E no, insieme ad Harvey non mi convincerà mai.

Nick, anche se sono sempre stata team Harvey, questa stagione mi hai dato molte gioie. Ero praticamente certa che Satana gli avesse chiesto di fare qualcosa come segno di lealtà e il fatto che c’entrasse Sabrina era citofonato. Il sacrificio finale era chiaro, ma non per questo meno eroico.

Zia Hilda ti vogliamo bene, anche perché sei molto più sveglia di quello sembra. Ma io l’ho sempre detto.

Zia Zelda a volte sei stronza come pochi, ma comunque sul pezzo. Avresti potuto evitare di sposare Blackwood, ma nessuno è perfetto. Il fatto che diventi guida della congrega era scontato, ma molto apprezzato.

Padre Blackwood era stato classificato figlio di passeggiatrice dal primo fotogramma della prima stagione. Ora aspettiamo solo che Prudence si vendichi e lo faccia fuori. Possibilmente in modo doloroso.

Prudence è stata fantastica. L’abbiamo odiata, l’abbiamo amata e abbiamo anche empatizzato tanto. Proprio quello che dovrebbe succedere con un buon personaggio. Aveva un così grande bisogno di essere riconosciuta, che non si è accorta di avere già una famiglia, molto più forte di uno stupido cognome.

Dorcas che ci prova in tutti i modi con Nick durante i Lupercalia, non faceva ridere, onestamente. Da una serie che presta molta attenzione al femminismo e alle questioni di genere, questa mi è sembrata un po’ una scivolata. Anche perché non viene chiarito da nessuno che il suo comportamento è sbagliato. Se un ragazzo avesse avuto lo stesso atteggiamento, la questione non sarebbe stata trattata nello stesso modo.

Ambrose è un cuore sempre e gli vogliamo bene. Non importa cosa, lui sarà lì per coprire le spalle a Sabrina. Anche lui bisognoso di una figura paterna, si lascia abbindolare da Blackwood, esattamente come Prudence. Attendo con ansia il viaggio-vendetta.

Lilith ha un bel percorso di crescita. Da serva devota a donna autonoma e indipendente, addirittura alleata dei buoni. Rimarrà tale anche nella prossima stagione? Bella domanda.

Satana è interessante, ma può dare di più. Un padre geloso, possessivo e malevolo. Grazie tante, è il male. Un cattivo abbastanza credibile, ma ancora non è finita. Sicuramente non avrà apprezzato l’essere stato confinato nel corpo di Nick ed essere stato detronizzato. Considerando la genialità di Sabrina sul finale, la terza stagione dovrebbe promettere molto bene.

Sperando sempre che gli sceneggiatori non si perdano per strada.

Baci stellari,

B.