Ciò che resta

Ieri sera ero in macchina con una delle mie donne preferite, che per una questione di privacy sarà interpretata da Carrie Bradshaw versione castana.

Capirete poi il perché.

Visto che erano quasi le 3 di notte non era l’ora delle pessime decisioni, ma delle riflessioni filosofiche.

Ci siamo interrogate sul senso di lasciarsi e riprendersi.

Ne vale la pena?

Ha senso continuare a inseguirsi se poi arrivati ad un certo punto il finale è sempre lo stesso: insieme non ci possiamo stare?

Non per assenza di sentimento, ma perché non siamo capaci.

Vogliamo ma non possiamo.

Non importa quanto uno ci si impegni: prima o poi uno dei due dirà basta.

Ma dirà basta in modo sofferto, dirà basta per poi riscrivere.

Lo dirà perché in quel momento non ha alternative.

Ad un certo punto una delle due parti però inizierà a chiedersi perché.

Perché ci amiamo così tanto ma non siamo capaci di stare insieme?

La mia teoria è che noi esseri umani siamo come le onde.

Le onde possono essere in fase o non in fase.

Se sono in fase è come se andassero insieme, ma se non lo sono ciascuna va per conto proprio.

Possono iniziare in fase e poi separarsi.

Ma non è detto che non si ritrovino.

Ci sono momenti della nostra vita in cui abbiamo bisogno di stare con noi stessi per crescere e cambiare, per diventare stabili da soli.

In alcuni casi un’altra persona è solo di troppo.

Non è detto però che sia una situazione definitiva.

-Quindi fammi capire, siamo come Big e Carrie? Io avrò relazioni fallimentari mentre aspetterò che lui riappaia?-

Forse in parte sì. Ma sicuramente in parte no.

Chi ha detto che devi stare lì seduta ad aspettare? Abbiamo imparato che tanto l’orgoglio in alcuni casi lascia il tempo che trova.

Semplicemente inutile e d’impiccio.

L’orgoglio non riempie il vuoto provocato dalla mancanza, l’orgoglio servirà solo ad arroccarti sul tuo eremo.

E a quel punto cosa avrai risolto?