Ciò che resta

Ieri sera ero in macchina con una delle mie donne preferite, che per una questione di privacy sarà interpretata da Carrie Bradshaw versione castana.

Capirete poi il perché.

Visto che erano quasi le 3 di notte non era l’ora delle pessime decisioni, ma delle riflessioni filosofiche.

Ci siamo interrogate sul senso di lasciarsi e riprendersi.

Ne vale la pena?

Ha senso continuare a inseguirsi se poi arrivati ad un certo punto il finale è sempre lo stesso: insieme non ci possiamo stare?

Non per assenza di sentimento, ma perché non siamo capaci.

Vogliamo ma non possiamo.

Non importa quanto uno ci si impegni: prima o poi uno dei due dirà basta.

Ma dirà basta in modo sofferto, dirà basta per poi riscrivere.

Lo dirà perché in quel momento non ha alternative.

Ad un certo punto una delle due parti però inizierà a chiedersi perché.

Perché ci amiamo così tanto ma non siamo capaci di stare insieme?

La mia teoria è che noi esseri umani siamo come le onde.

Le onde possono essere in fase o non in fase.

Se sono in fase è come se andassero insieme, ma se non lo sono ciascuna va per conto proprio.

Possono iniziare in fase e poi separarsi.

Ma non è detto che non si ritrovino.

Ci sono momenti della nostra vita in cui abbiamo bisogno di stare con noi stessi per crescere e cambiare, per diventare stabili da soli.

In alcuni casi un’altra persona è solo di troppo.

Non è detto però che sia una situazione definitiva.

-Quindi fammi capire, siamo come Big e Carrie? Io avrò relazioni fallimentari mentre aspetterò che lui riappaia?-

Forse in parte sì. Ma sicuramente in parte no.

Chi ha detto che devi stare lì seduta ad aspettare? Abbiamo imparato che tanto l’orgoglio in alcuni casi lascia il tempo che trova.

Semplicemente inutile e d’impiccio.

L’orgoglio non riempie il vuoto provocato dalla mancanza, l’orgoglio servirà solo ad arroccarti sul tuo eremo.

E a quel punto cosa avrai risolto?

 

 

A volte serve anche cadere

Non sono una grande appassionata del Natale, non tanto per motivi ideologici ma per il grande difetto che condivide con le altre feste: porta con sé troppi ricordi.

Però c’è una cosa di questo periodo che non cambierei mai: il pattinare con una delle mie amiche storiche, che per la privacy sarà interpretata da Alice nel Paese delle Meraviglie (rigorosamente Disney e a cartone).

Non sappiamo bene il perché, ma da quando facciamo il quarto ginnasio dobbiamo andare almeno una volta a pattinare, altrimenti non è mai davvero Natale.

Poco importa se ci andiamo prima o dopo il 25 o se la location non è delle migliori, bisogna farlo.

Così ieri sera abbiamo deciso di andare.

Era tardi e la pista dell’Auditoriom era praticamente nostra.

Le luci argentee e la musica classica di sottofondo davano l’idea di essere in un film e che di lì a poco sarebbe arrivato il colpo di scena.

E mentre pattinavo e parlavo con Alice, come non facevo ormai dai molto tempo, sono caduta.

Non so spiegare neanche bene come, prima ero in piedi e poi ero sdraiata sulla pista come una stella marina.

In quel momento, mentre ancora stavo realizzando cosa stesse succedendo, ho capito una cosa.

Non importa quanto la vita divide le strade di due persone perché alcune fanno così parte di noi che non possiamo perderle.

Certo possiamo allontanarci, iniziare a parlare lingue differenti, ma se siamo fortunate ci ritroviamo.

Nel mio caso sul ghiaccio del Parco della Musica, come quando eravamo piccole, con lei preoccupata che mi chiede se va tutto bene e la sottoscritta che fa la vaga.

Così ricominciamo a pattinare tenendoci per mano, perché anche se è più facile cadere, in due le cose vengono meglio.

Partenze e arrivi

Ho sempre pensato egoisticamente che sarei stata io a partire, che avrei guardato mia madre e i miei amici salutarmi al terminal al momento della partenza e che mi avrebbero accolta al ritorno.

Non avevo mai pensato che sarebbe successo il contrario, che sarei stata io a rimanere e tu a partire.

Non avevo mai pensato alla tua festa di addio, al nostro ultimo pigiama party, al nostro ultimo after, alle nostre ultime pessime decisioni dopo le due.

No, ho sempre pensato che mi avresti aspetta tu e invece ora mi ritrovo ad aspettare io.

Beh che dire quando una delle tue migliori amiche sta partendo e vedi la vostra quotidianità sbriciolarsi?

Dico che ci saranno meno caffè a reddi e più chiamate su Skype, più trasferte in aereo e weekend fuori perché io non voglio darla vinta alla distanza.

Voglio dimostrarle che siamo più forti di lei, ci stai?